La banca d’affari Lehman Brothers, uno dei quattro fiori all’occhiello di Wall Street, è fallita nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2008. Indebolita dalla crisi dei subprime, questi prestiti immobiliari ad alto rischio accordati in massa alle famiglie più precarie, Lehman Brothers non è più solvibile e perde la sua credibilità.
La FED e il Tesoro degli Stati Uniti decidono, sorprendendo tutti, di non attuare un piano pubblico per salvare la Lehman Brothers. Messi alle strette, i suoi dirigenti chiedono di beneficiare della legge americana sui fallimenti (Capitolo 11)[1]. È la più grande bancarotta mai registrata nella storia degli Stati Uniti.
All’indomani, i mercati finanziari in Europa e in Asia vacillano e New York vive il suo lunedì nero. A Wall Street, il Dow Jones perde 500 punti, la sua più forte caduta dopo l’attentato al World Trade Center nel 2001. Tutti comprendono che il fallimento di questa prestigiosa banca d’affari segna l’inizio di una crisi finanziaria mondiale senza precedenti, destinata a far precipitare gli Stati Uniti nella recessione, a rimettere in discussione la governance e le regole degli istituti finanziari e a privare del loro alloggio milioni di Americani.
Da allora, il nome Lehman Brothers è indissociabile dalla crisi economica finanziaria del 2008 essendo diventato il simbolo della crisi di un intero sistema; un sistema che aveva finito per sfuggire ai suoi creatori e che ancora oggi sfugge alla comprensione dei non iniziati.
Stefano Massini, giovane e brillante drammaturgo italiano, si impadronisce di questo argomento scottante e di attualità. Il suo romanzo «Qualcosa sui Lehman» (“Les frères Lehman”, in francese) è una trilogia avvincente che racconta la storia dei Lemhan Brothers, una dinastia di banchieri ebrei, di origine tedesca, che con il loro spirito imprenditoriale hanno accompagnato e finanziato lo sviluppo dell’economia americana per oltre un secolo e mezzo.
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Tre Fratelli (1844 – 1876)
Tutto inizia l’11 settembre 1844 quando Heyum Lehmann – con due «n» – figlio primogenito di Abraham Lehmann, commerciante di bestiame di Rimpar (Baviera – Germania), pianta la sua valigia sul molo number four del porto di New York. Ribattezzato Henry Lehman dal servizio immigrazione, questo pioniere si trasferisce a Montgomery, Alabama, dove apre un piccolo negozio «H. Lehman», che offre ai suoi clienti una merce di first choice.
Emanuel e Mayer, i suoi due fratelli minori, arrivano a Montgomery per lavorare con lui. I tre fondano insieme, nel 1850, la Lehman Brothers e si lanciano nella vendita di utensili e materie prime necessarie alle piantagioni di cotone. Ma una sera di Hanukkah arriva la notizia che un incendio sta devastando le piantagioni di cotone. Il raccolto è perduto e i coltivatori hanno bisogno di tutto. I fratelli Lehman si inventano allora il mestiere di intermediario e si mettono a vendere cotone grezzo agli industriali del Nord che lo acquistano a prezzo d’oro per trasformarlo in prodotti finiti.
Undici anni dopo il suo arrivo, Henry muore folgorato dalla febbre gialla durante un viaggio a New Orleans. Lo shock è duro, ma la via di Emanuel e Mayer è tracciata, la devono seguire e il tempo farà il resto. Grazie al loro senso del commercio e alla loro capacità di anticipare il futuro e di cogliere ogni opportunità, gli affari galoppano e per loro inizia il sogno americano. Emanuel non nasconde più la sua ambizione, vuole andare altrove. Nel 1858 apre a New York al 119 di Liberty Street una filiale: la Lehman Brothers Cotton from Montgomery Alabama.
All’inizio degli anni 1860, le ostilità tra i paesi del Nord e del Sud degli Stati Uniti non cessano di crescere. I paesi del Nord, molto industrializzati e orientati verso il mercato interno, sono ardenti difensori del protezionismo, unico mezzo per evitare la concorrenza dei prodotti provenienti dall’Europa. La questione doganale è senza dubbio importante, ma non è la ragione principale di questo conflitto. I paesi del Sud non accettano la rimessa in discussione del loro modello economico, che si basa sulla schiavitù. Ciò provoca lo scoppio della Guerra di Secessione. Dopo duri combattimenti, Abraham Lincoln abolisce la schiavitù, nel 1863, per giustificare gli sforzi di guerra e ottenere il sostegno della popolazione nera.
La vittoria dei Nordisti getta i paesi del Sud in una grave crisi economica, politica e sociale. Mayer propone al governatore, Thomas H. Watt, di ricostruire l’Alabama con i soldi che lo Stato affiderà alla sua banca. Così nasce, nel 1864 la Lehman Brothers Bank for Alabama.
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Padri e Figli (1877 – 1929)
New York è diventata la più grande piazza d’affari del paese con il New York Stock Exchange, che troneggia nel cuore del quartiere commerciale e finanziario di Wall Street. Emanuel, già membro fondatore della Borsa del cotone e della Borsa del caffè, si lancia nella grande corsa all’industria, un settore in piena espansione e totalmente da finanziare.
La siderurgia, il petrolio, la costruzione di fabbriche e di infrastrutture, l’automobile, la ferrovia, il tabacco creano nuove opportunità d’affari. Ma Emanuel non può farcela da solo. Ha bisogno dell’aiuto del fratello per rispondere alle esigenze di industriali pronti a conquistare nuove quote di mercato. Propone quindi a Mayer di lasciare l’Alabama e di stabilirsi a New York, in questa città frenetica che offre il meglio dell’America e l’eco dell’Europa. La Lehman Brothers Cotton diventa ufficialmente, nel 1880, la Lehman Brothers Bank.
Partiti dal nulla, Emanuel e Mayer sono riusciti in tre decenni a fare del negozio, creato dal fondatore Henry, una banca d’investimento tra le più in vista della piazza di New York. Per assicurarne la continuità, Emanuel e Mayer decidono di associare i loro figli, Philip e Sigmund, e il nipote Dreidel (figlio di Henry) nella direzione.
Con questo trio a capo della gestion, per Lehman Brothers si apre un’epoca nuova e dinamica. Philip sogna il prestigio sociale e il potere. Osare, osare e ancora osare diventa per lui la parola d’ordine per conquistare l’Olimpo e i progetti futuri. Con astuzia e ponderazione, Philip si sbarazza della concorrenza (Lewinsolm, Goldman e Hirschbaum) e guadagna anche il primo posto nel Tempio. Il suo più grande orgoglio è di essere riuscito a trasformare la Lehman Brothers in una banca moderna per un’America all’avanguardia. Nel 1928, la Lemhan Brothers Bank trasferisce i suoi uffici nella nuova sede di One William Street.
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L’immortale (1929 – 2008)
All’indomani della Prima Guerra mondiale, che ha indebolito anche l’economia americana, gli Stati Uniti hanno voglia di voltare pagina. Gli Americani hanno imparato a investire e sono affascinati dalla cultura del consumo, del tempo libero e dell’intrattenimento. Amano il jazz, il teatro e comprano sempre più beni strumentali. Questa euforia generale è di breve durata. La caduta vertiginosa dei titoli semina il panico a Wall Street, nel 1929. Decine di speculatori perdono tutti i loro beni e diverse imprese falliscono.
L’intera America trema di paura, ma la Lehman Brothers – come del resto le altre banche d’investimento Goldman e Merrill Lynch – deve sorridere e comunicare messaggi positivi per rimettere in moto la macchina economica. La banca supera questa crisi, senza tuttavia trarre insegnamento da questa catastrofe senza precedenti e continua la sua infernale ascesa.
Philip, ormai anziano, viene sostituito dal figlio Robert a capo della direzione della banca. Ciò segna l’inizio di una nuova tappa. La Lehman Brothers investe soprattutto in cinema, comunicazione, cavalli, consumo di massa e opere d’arte, di cui Robert è un grande collezionista. Dopo la Seconda Guerra mondiale, Robert ha bisogno di nuove idee e investitori per garantire la continuità della banca. I suoi fallimenti sentimentali lo hanno lasciato senza discendenti.
Robert promuove un altro tipo di modello economico, quello dell’avvento della finanza trionfante sempre più disconnessa dall’economia reale. Il Dipartimento di Trading istituito all’interno della banca è il regno dei modelli matematici iper sofisticati e dei loro scommettitori-trader. E sono proprio questi operatori che, a poco a poco, trascinano la Lehman Brothers Bank verso la bancarotta. Per ironia della sorte, questo gioiello di Wall Street che sembrava immortale alla fine è morto.
gp@giovannellapolidoro.com
[1] Il Capitolo 11 della legge americana sui fallimenti consente a un’impresa in difficoltà finanziarie di continuare a funzionare normalmente, concedendole il tempo di cercare un accordo con i suoi creditori. Il debitore protetto può rimanere in possesso di tutte le sue attività, può opporsi alle richieste dei suoi creditori, può differire le scadenze dei suoi pagamenti e può anche ridurre unilateralmente l’importo del debito. In cambio, egli deve informare regolarmente e dettagliatamente il giudice dello svolgimento delle operazioni con i suoi creditori.