La crisi sanitaria provocata dal Covid-19 ha messo in evidenza la fragilità della mondializzazione finanziaria ultraliberale. Per molti osservatori questa epidemia è un game-changer, un evento importante destinato ad aver un impatto significativo sull’economia e sulla società mondiale.

Gli Stati, la comunità internazionale, i governi, le multinazionali, gli intellettuali, gli economisti e la società civile devono, oggi, affrontare delle scelte politiche, economiche e sociali difficili. Fin da ora, devono agire, con lucidità e coraggio, per limitare i danni e adottare rapidamente delle misure importanti per rilanciare l’economia e disegnare il mondo di domani.

Va aggiunto che la competizione tra le superpotenze – dominata dalla rivalità tra gli Stati Uniti e la Cina – rende il dibattito su come uscire da questa crisi particolarmente spinoso anche in termini di equilibri geopolitici.

Da una parte, gli Stati Uniti determinati più che mai a vincere la competizione commerciale con la Cina e a riaffermare il loro ruolo di leader della mondializzazione globale. Dall’altra parte, l’Europa pronta a utilizzare tutti gli strumenti, di cui dispone, per rafforzare la cooperazione e la collaborazione fra gli Stati membri, proteggere la sua democrazia e i suoi valori, e rilanciare il sogno di una Europa-potenza.

Prima o poi, la pandemia del Covid-19 sparirà, ma i problemi complessi non risolti collegati alla mondializzazione sono sempre là e noi non possiamo più ignorarli.

Prima ancora di questa crisi sanitaria, una road map per affrontare le grandi sfide e i problemi geopolitici con i quali il mondo deve confrontarsi è stata tracciata da Mikhaïl Gorbatchev nel suo ultimo libro: «Le futur du monde global».

Gorbatchev, l’uomo della glasnost e della perestroïka, che ha reso possibile, in modo pacifico, l’avvento della libertà nell’Europa dell’Est si rifiuta, oggi di assistere al crollo del sistema di relazioni tra gli Stati europei, che lui aveva contributo a creare alla fine della guerra fredda.

Allora ha deciso di scrivere questo libro per mettere in guardia il mondo contro la mancanza di lungimiranza dei governi sulle questioni relative alla politica, all’economia e all’ecologia che rischiano di destabilizzare l’ordine mondiale.

Invita l’Europa, e in particolare la Germania, ad assumersi le proprie responsabilità e ad investirsi del ruolo di mediatore nel consesso delle nazioni.

Le parole chiave di questo libro, che costituisce il testamento di Gorbatchev, sono: la pace, la protezione dell’ambiente e le nuove tecnologie, la cooperazione, e naturalmente l’’Europa a cui spetta di giocare un ruolo di avanguardia nella rivitalizzazione della governance globale.

  1. Il disarmo nucleare

Il mantenimento della pace e della sicurezza dell’umanità dovrebbe essere una priorità per la comunità internazionale, ma l’aspirazione degli Stati Uniti ad una superiorità militare assoluta rischia di rimettere in discussione gli accordi presi alla fine della guerra fredda, tra Washington e Mosca, per ridurre il numero di armi nucleari[1]. Gorbatchev accusa Donald Trump di condurre una politica estera orientata alla rivalità politica, economica e militare in tutto il mondo.

Questa pretesa superiorità degli Stati Uniti è un’illusione. Gli alleati più fedeli di Washington non sono più disposti a farsi coinvolgere dal vecchio zio Sam. L’Unione europea ha invitato gli Stati Uniti a riflettere sulle conseguenze che un’uscita dal trattato FNI avrebbe per la loro sicurezza, per la sicurezza dei loro alleati e per quella del mondo intero. Nel mondo attuale, nessun paese può pretendere di poter affermare da solo la sua egemonia, ma gli Stati e la comunità internazionale devono agire insieme per risolvere i problemi legati alla sicurezza mondiale.

  1. La protezione dell’ambiente e le nuove tecnologie

La protezione dell’ambiente e il cambiamento climatico sono questioni importanti per la sicurezza e la pace nel mondo. L’umanità corre il grave pericolo di passare da un mondo dell’abbondanza ad un mondo di scarsità e forse presto ad un mondo di carenza, se continua ad ignorare i segnali legati al cambiamento climatico, agli effetti tossici dell’inquinamento ambientale, e alla migrazione forzata di popolazioni costrette a fuggire, a lasciare il proprio paese o la propria comunità a causa di persecuzioni, conflitti armati, atti di violenza o catastrofi naturali.

Ma anche le nuove tecnologie (intelligenza artificiale, robotica, nanotecnologia, tecnologia genetica, cloni, esperienze di realtà virtuale e altri settori promettenti) possono avere un impatto sulla pace e la sicurezza, e trasformarsi in un pericolo mortale se la comunità internazionale non impara a gestire i rischi e a controllarli.

  1. Il rafforzamento dello Stato e della comunità internazionale

In questo contesto complesso caratterizzato da una forte tensione, tra l’inquietudine di fronte a queste grandi sfide e il dovere di affrontare risolutamente questi problemi globali, lo Stato e la comunità internazionale sono costretti a riflettere sui meccanismi da mettere in atto per assicurare la stabilità, senza mettere in pericolo il futuro dell’umanità.

È il momento di prendere decisioni collettive per risolvere i problemi globali così strettamente interdipendenti, nessun paese, nessun continente, potrà risolverli da solo.

Gorbaciov non ha alcun dubbio: le missioni menzionate non potranno essere compiute senza aumentare il ruolo dello Stato e delle organizzazioni intergovernative e internazionali. Soprattutto lo Stato deve essere responsabile e trasparente nei confronti dei cittadini e deve potersi preoccupare di definire e rendere sicuri i propri settori strategici.

  1. L’Europa

Gorbaciov ci ricorda che l’idea di una «Casa comune europea», di un’Europa unita senza frontiere interne, è stata una delle idee più feconde e ambiziose della storia del vecchio continente. Ha avuto un ruolo determinante nel superamento della guerra fredda ed ha proposto a tutti i cittadini europei uno stile di vita molto diverso da quello degli Stati Uniti, della Russia e della Cina.

È vero che l’allargamento troppo rapido dell’Unione europea ad est dell’Europa, la crisi finanziaria del 2008, la minaccia populista, la Brexit (e aggiungo anche l’epidemia di Covid-19) hanno creato crisi che hanno accresciuto i problemi interni dell’Unione europea.

Ma è anche vero che oggi è il momento di riaffermare il progetto europeo di un’Europa politica e di superare le divisioni, le incomprensioni, le tensioni e gli egoismi che hanno caratterizzato la politica europea nel corso degli ultimi decenni.

Gorbaciov ritiene che il benessere dell’Europa, ma anche del pianeta, non possa realizzarsi senza il coinvolgimento della Russia. L’Europa e la Germania, in particolare, devono tenere ben presente che il popolo russo è più democratico di quello che pensano. La Russia deve avere la possibilità di rilanciare una relazione privilegiata con l’Europa, poiché essa può avere un solo futuro: la democrazia.

gp@giovannellapolidoro.com.

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[1] Gorbaciov ritiene poco probabile che gli Stati Uniti mantengano la loro adesione al Trattato New Start, che scade nel 2021 e che limita a 3.000 il numero di cosiddette armi strategiche che gli Stati Uniti e la Russia si permettono di puntare l’una verso l’altra.