L’internazionalizzazione del commercio e la transnazionalizzazione della produzione hanno evidenziato come il vecchio impianto territoriale del potere statale non coincida più con le regole del mercato.
Si poneva quindi la questione di stabilire una regolamentazione internazionale per tener conto degli interessi delle imprese multinazionali, che hanno fatto la loro comparsa sulla scena economica a partire dagli anni 1970.
Il mondo sindacale è stato il primo ad affrontare il problema. Nel 1972, la Confederazione internazionale dei sindacati liberi (CISL) si è mobilitata a favore dell’elaborazione di un trattato internazionale, sotto l’egida dell’ONU, per proteggere i diritti dei lavoratori e stabilire un nuovo impianto legislativo internazionale.
L’idea di fondo mirava a limitare gli effetti negativi della mondializzazione e ad inquadrare le attività di questi nuovi despoti del mercato che erano e sono le imprese multinazionali.
Disponendo di un potere senza pari, tali imprese hanno finito per attuare strategie imprenditoriali senza scrupoli di sfruttamento del lavoratore e con il solo scopo di aumentare i loro profitti. L’ONU e il suo gruppo di esperti sono stati quindi chiamati a trovare gli strumenti per regolare la mondializzazione. Per raggiungere questo obiettivo, essi hanno dovuto soprattutto risolvere una questione fondamentale: adottare un accordo multilaterale vincolante oppure optare per una regolamentazione «soft» non vincolante?
Dopo aver ascoltato i rappresentanti delle imprese, delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni non governative, l’ONU è giunta alla conclusione che i tempi non erano ancora propizi per la conclusione di un accordo multilaterale. In tali circostanze, sarebbe stato preferibile elaborare un codice di condotta applicabile su base volontaria per promuovere i diritti dei lavoratori e responsabilizzare le imprese multinazionali nell’esercizio delle loro attività.
A partire da questo momento, il concetto di governance d’impresa – sviluppato per contrastare l’esercizio solitario del potere del management – comincia ad essere interpretato in modo più ampio. In effetti, il governo di impresa si è dimostrato essere un valido strumento per conciliare gli interessi dei singoli, delle imprese e della società civile nella ricerca di un interesse comune.
Questa concezione più ampia del governo d’impresa permette di prendere in considerazione gli interessi di tutte le parti interessate che interagiscono con le imprese multinazionali. Essa include nel suo ambito le questioni relative ai diritti dell’uomo, alle condizioni di lavoro, all’ambiente, al clima, alla lotta contro la corruzione, alla concorrenza, alla fiscalità, alla scienza e all’innovazione tecnologica.
L’ONU e le altre organizzazioni internazionali (quali: OIL, OCSE, Comitato di Basilea, ISO 26.000, Global Compact ecc.) si sono preoccupate di migliorare la governance d’impresa e hanno elaborato dei principi che sono stati declinati in funzione dei loro settori d’intervento.
Ma di fatto è l’OCSE che si occupa della governance e dell’attività delle multinazionali con lo scopo di responsabilizzare la gestione delle persone e delle risorse.
Le linee guida OCSE destinate alle multinazionali
L’OCSE ha dunque elaborato delle Linee guida destinate alle imprese multinazionali, che sono state adottate dai 42 Stati membri e non membri dell’OCSE che hanno aderito alla dichiarazione OCSE sugli investimenti internazionali. Pubblicate per la prima volta nel 1976, le Linee guida sono progressivamente evolute nel tempo per adeguarsi ai profondi cambiamenti intervenuti nel contesto economico mondiale: l’interdipendenza sempre più marcata delle economie nazionali e il ricorso alla cooperazione quale strumento di stabilizzazione e di equilibrio internazionale.
Le Linee guida sono raccomandazioni che i governi rivolgono congiuntamente alle imprese multinazionali che operano in un paese o da un paese aderente all’OCSE. Il loro obiettivo è di incoraggiare le imprese multinazionali a sviluppare un comportamento responsabile nell’esercizio della loro attività e a contribuire al progresso economico, ambientale e sociale dei paesi, e in particolare dei paesi in via di sviluppo.
Sebbene siano stati pubblicati numerosi codici di condotta per le imprese, le Linee guida OCSE costituiscono l’unico codice di condotta di portata generale approvato a livello multilaterale che i governi si sono impegnati a promuovere e a far rispettare.
Il campo di applicazione delle Linee guida OCSE
Il campo di applicazione delle Linee guida OCSE riguarda tutti i settori produttivi e travalica le multinazionali per estendersi anche all’intera catena di fornitura delle imprese ed alle piccole medie imprese (PMI). Gli undici capitoli delle Linee guida OCSE prendono, di fatto, in considerazione: i diritti umani, le performance ambientali delle imprese, i principi fondamenti del diritto del lavoro, il governo di impresa, l’etica imprenditoriale e la tutela dei consumatori. E definiscono gli standard e i criteri per ottimizzare il governo di impresa e promuovere un comportamento imprenditoriale consapevole delle responsabilità e rispettoso delle leggi e dei regolamenti vigenti.
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Due diligence e governo d’impresa
I primi due capitoli delle Linee guida OCSE sono dedicati ai principi e ai concetti fondamentali. Essi definiscono, tra l’altro, l’obbligo di due diligence a cui è tenuta l’impresa multinazionale. Tale dovere si fonda sulla gestione dei rischi, che devono essere integrati nelle politiche e nel sistema di controllo interno dell’impresa. Avviare un processo di due diligence deve permettere all’impresa di dimostrare che rispetta le Linee guida OCSE. In altre parole, l’impresa deve individuare i rischi, potenziali o reali, connessi all’esercizio delle sue attività e adottare le misure necessarie per prevenire e affrontare gli effetti negativi. La supervisione permanente degli organi di governance è fondamentale per incentivare l’atteggiamento responsabile dell’impresa al rispetto dei principi OCSE.
Si raccomanda quindi alle imprese multinazionali di dotarsi di una governance di qualità. Nella definizione delle pratiche di buona governance, le imprese possono ispirarsi alle Linee guida sul governo d’impresa elaborate dall’OCSE e dal G20 nel 2015. Questi principi indicano chiaramente che gli organi societari svolgono un ruolo importante nella supervisione dei rischi e degli altri sistemi incaricati del rispetto da parte dell’impresa delle leggi in vigore relative, tra l’altro, alla fiscalità, alla concorrenza, al diritto del lavoro, la lotta contro la corruzione, l’ambiente, le pari opportunità, la salute e la sicurezza.
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Pubblicazione delle informazioni
L’OCSE raccomanda alle imprese multinazionali di comunicare al pubblico, in modo regolare e tempestivo, informazioni pertinenti sulla struttura dell’azionariato, sul governo societario e sui risultati delle loro attività. Esse sono inoltre invitate a fornire informazioni adeguate sui settori in cui le norme sono ancora poco sviluppate, come ad esempio la politica dei rischi e le questioni sociali e ambientali.
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Diritti umani
A seguito della revisione, nel 2011, delle Linee guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani, l’OCSE ha approfondito la questione dei diritti dell’uomo e nell’ultima versione delle sue Linee guida, aggiornata nel 2011, ha aggiunto un capitolo dedicato a questo tema. Le azioni delle imprese multinazionali possono avere un impatto significativo sulla quasi totalità dei diritti umani internazionalmente riconosciuti. L’OCSE raccomanda pertanto ai dirigenti di dichiarare che l’attività dell’impresa è conforme alle norme del diritto internazionale. Tale dichiarazione di principio permette di mostrare l’impegno forte assunto dall’impresa a favore dei diritti umani. E la sua attuazione costituisce per i dipendenti e le altre parti interessate dell’impresa uno standard minimo da rispettare.
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Diritto del lavoro
L’OCSE raccomanda ai dirigenti delle imprese multinazionali di rispettare le otto convenzioni fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), che si applicano a tutti i popoli e a tutti gli Stati. Questi dispositivi riguardano quattro temi: la libertà sindacale e il diritto di organizzazione e di contrattazione collettiva, l’abolizione di ogni forma di lavoro forzato, l’eliminazione del lavoro minorile e infine la lotta contro le discriminazioni sul lavoro. Le imprese e le organizzazioni sindacali devono cooperare in modo costruttivo e incoraggiare lo sviluppo di contratti collettivi efficaci in modo da migliorare i diritti dei lavoratori.
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Protezione dell’ambiente
La protezione e la conservazione dell’ambiente sono essenziali per realizzare uno sviluppo sostenibile e costruire un mondo migliore per le generazioni presenti e future. L’OCSE incoraggia le imprese multinazionali a migliorare le loro prestazioni ambientali e ad ottimizzare il loro contributo alla protezione dell’ambiente. In particolare, si raccomanda ai dirigenti di migliorare la loro gestione ambientale, di pianificare rigorosamente gli interventi di emergenza in caso di danni all’ambiente e di fornire al pubblico informazioni, adeguate e pertinenti, su tutte le questioni relative all’ambiente. La posizione dell’OCSE al riguardo riflette essenzialmente i principi e gli obiettivi della Dichiarazione di Rio de Janeiro sull’ambiente e del piano Azione 21.
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Lotta contro la corruzione
La corruzione attiva e passiva mina le istituzioni democratiche e il governo di impresa, che hanno un ruolo importante da svolgere nella lotta contro queste pratiche illegali. L’OCSE è all’avanguardia nel mondo per offrire alle imprese internazionali condizioni di parità lottando per sradicare la corruzione. L’OCSE raccomanda alle imprese multinazionali di astenersi dall’offrire, promettere, concedere o sollecitare, direttamente o indirettamente, pagamenti illeciti per guadagnare quote di mercato. In particolare, si raccomanda ai dirigenti di fornire al mercato informazioni trasparenti sulle misure e le pratiche attuate per combattere la corruzione.
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Interessi dei consumatori
L’OCSE raccomanda alle multinazionali di gestire bene le relazioni con i consumatori. Esse sono invitate a conformarsi alle leggi in materia commerciale, di marketing e di pubblicità e ad adottare tutte le misure ragionevoli per garantire la sicurezza e la qualità dei beni o dei servizi che forniscono.
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Scienza e tecnologia
Partendo dalla constatazione che le imprese multinazionali sono il principale vettore dei trasferimenti internazionali di tecnologia, l’OCSE raccomanda a tali imprese di applicare, nell’ambito della loro attività, metodi che consentano la rapida diffusione delle conoscenze e il trasferimento di tecnologie verso i paesi ospitanti. L’obiettivo è promuovere il loro contributo oltre che favorire l’innovazione soprattutto dei paesi in via di sviluppo.
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Concorrenza
Per preservare e garantire il libero gioco della concorrenza, l’OCSE raccomanda alle imprese multinazionali di astenersi dal concludere accordi anticoncorrenziali che possono nuocere al funzionamento efficace dei mercati nazionali e internazionali.
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Fiscalità
Le Linee guida OCSE sono il primo strumento internazionale di responsabilità delle imprese a trattare di fiscalità. Essi si ispirano, arricchendoli, ad un imponente corpus di lavori condotti sulla fiscalità, in particolare il modello di convenzione fiscale OCSE e il modello di convenzione delle Nazioni Unite concernente le doppie imposizioni tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. In questo ambito, l’OCSE invita le imprese che contribuiscono alle finanze pubbliche dei paesi ospitanti ad agire in conformità con la lettera e lo spirito delle normative fiscali dei paesi in cui operano, e a cooperare con le autorità fiscali.
I Punti di contatto nazionali (PCN)
Il rispetto delle Linee guida OCSE da parte delle imprese multinazionali – come già detto – è volontario e non è giuridicamente vincolante. Tuttavia, alcuni degli argomenti trattati nelle Linee guida possono essere disciplinati da leggi nazionali o da accordi internazionali.
Per rendere pienamente efficaci i principi OCSE, le Linee guida prevedono che ogni Stato aderente ha l’obbligo di creare un Punto di contatto nazionale (PCN), a cui può rivolgersi ogni parte interessata (rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali, delle ONG e dei singoli) in caso di violazione dei principi
I PCN hanno il compito di garantire l’efficacia delle norme internazionali, di promuovere e diffondere le Linee guida e le loro modalità impiego, e di rispondere alle domande riguardanti il loro rispetto da parte delle imprese multinazionali. I PCN devono infine presentare una relazione annuale all’OCSE, che ne fa la sintesi e pubblica un rapporto annuale sulla condotta responsabile delle imprese.
gp@giovannellapolidoro.com.