La scienza dei dati, l’intelligenza artificiale (IA) e la robotica sono diventate un campo di battaglia nella competizione economica. Padroneggiare le loro tecnologie costituisce un vantaggio economico essenziale per le potenze industriali di domani.
In effetti, negli ultimi anni, la concorrenza internazionale è notevolmente aumentata nel campo dell’IA. I progressi in questo ambito sono stati chiari e molto rapidi al punto da moltiplicare le applicazioni dell’IA in vari settori economici: auto autonome, diagnostica medica, assistenti personali, finanza algoritmica, robot industriali, videogiochi e apprendimento automatico.
L’innovazione derivata dall’applicazione dell’IA mira, di fatto, a riprodurre le tre principali categorie di compiti cognitivi: la percezione dell’ambiente, la comprensione di una situazione e il processo decisionale.
Per queste peculiarità, l’IA si avvia a divenire una delle tecnologie più strategiche del 21° secolo. Sulla base di queste considerazioni, la Commissione europea ha adottato diverse iniziative nel corso degli ultimi due anni: la comunicazione della Commissione europea “Intelligenza artificiale per l’Europa”, pubblicata nell’aprile 2018, che definisce la strategia europea a sostegno della realizzazione di questo obiettivo, e il piano d’azione coordinato per lo sviluppo dell’IA in Europa.
Più di recente, ovvero nell’aprile 2019, la Commissione europea ha compiuto un ulteriore passo in avanti e, questa volta, con lo scopo di avviare delle iniziative pilota per garantire che gli orientamenti etici per lo sviluppo di un’IA sicura possano essere concretamente implementati nella pratica (COM(2019) 168 final) dai Paesi membri dell’UE.
Per affrontare queste grandi sfide, il governo italiano ha adottato, il 24 novembre 2021, il Piano strategico 2022-2024 sull’Intelligenza Artificiale.
Messo a punto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale, il Piano strategico sull’IA persegue tre obiettivi fondamentali: rafforzare le competenze per attrarre nuovi talenti e preparare la popolazione attiva alla professione di domani, aumentare i finanziamenti per sviluppare la ricerca in IA e incoraggiare l’adozione dell’IA e delle sue applicazioni nella pubblica amministrazione e nelle aziende private.
L’idea di base è quella di rendere l’Italia un leader a livello mondiale in materia di IA. Per raggiungere questo obiettivo, il Piano strategico propone 24 politiche, nonché misure per facilitare l’appropriazione dell’IA da parte delle piccole e medie imprese, creare startup innovative di IA e accelerare la transizione ecologica.
Le azioni finanziate dal Piano strategico riguardano undici settori prioritari, in cui l’Italia ha già un significativo vantaggio competitivo, quali: imprese industriali e manifatturiere, sistema educativo, agroalimentare, cultura e turismo, salute e benessere, ambiente, infrastrutture e reti, banche, finanza e assicurazioni, pubblica amministrazione, città e comunità intelligenti, sicurezza nazionale e tecnologia dell’informazione.
Quale cabina di regia per l’attuazione del piano strategico sull’IA?
L’IA interessa tutti gli aspetti dell’economia e della società civile, quindi non può essere gestita in modo isolato. L’attuazione del Piano Strategico richiede una cabina di regia ed un chiaro meccanismo di coordinamento tra il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Innovazione e della Transizione Tecnologica.
Ma necessita anche della collaborazione del Comitato interministeriale per la transizione digitale, che è responsabile della guida, del monitoraggio, della verifica dell’effettiva attuazione del Piano strategico, nonché del coordinamento delle azioni politiche in materia di IA.
Per altro, l’attuazione del Piano strategico prevede anche la possibilità di coinvolgere, in futuro, altre istituzioni, università e centri di ricerca, e rappresentanti del settore privato.
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