Il capitalismo finanziario focalizzato unicamente sulla logica del breve termine e del profitto a tutti i costi si è imposto sulle politiche sociali, culturali e ambientali, generando così disuguaglianze insopportabili.
La crescente pressione economica e climatica, così come la crisi sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, hanno messo a nudo tutti i limiti di questo sistema e hanno aperto gli occhi quanto alla necessità di accelerare il cambiamento. Per questo è urgente costruire un nuovo modello economico che sia più giusto, più umano e più sostenibile.
André Coupet, consulente in strategia aziendale a Montreal e Parigi, è autore del libro “Vers une entreprise progressiste – Le modèle pour basculer dans un capitalisme humaniste au service des parties prenantes”.
Questo libro è destinato ai dirigenti di imprese a scopo lucrativo di tutte le dimensioni, grandi o piccole, che vogliono contribuire al progresso della loro comunità, creare posti di lavoro, impegnarsi per l’ambiente, prendere in considerazione gli interessi delle generazioni presenti e future, e liberarsi dall’ossessione del breve termine.
L’impresa progressista è un’impresa che si impegna e si mobilita per cambiare le cose e contribuire alla creazione di un mondo migliore. I suoi obiettivi sono concreti: la prosperità economica dell’organizzazione da un lato e il benessere dell’umanità dall’altro.
Il modello di business dell’impresa progressista è quindi costruito sull’approccio degli stakeholder. Il dialogo tra l’impresa e i cinque principali stakeholder – e cioè : i dipendenti, gli azionisti, i clienti, i fornitori e i cittadini – è essenziale per definire la strategia dell’impresa e mettere a punto le azioni concrete a beneficio dell’interesse generale.
L’impresa progressista: 5 componenti
Negli ultimi decenni, molte organizzazioni – un po’ ovunque nel mondo – hanno implementato un approccio CSR (responsabilità sociale e ambientale). Altre hanno scelto di adottare modelli organizzativi derivati dalla “Purpose Economy” negli Stati Uniti e dalla società benefit in Europa.
Tuttavia, queste azioni nuove e innovative sono presentate come una somma di diverse iniziative che non sono integrate nella strategia d’impresa. In effetti, l’adozione di un approccio CSR, il cui progresso può essere monitorato attraverso una metrica extra-finanziaria, non permette di dimostrare se il piano aziendale con obiettivi economici (risultati finanziari, quota di mercato) può avere un impatto positivo sugli stakeholder e più globalmente a livello sociale.
L’impresa progressista, invece, ha la particolarità di combinare l’economia e l’umanesimo nella sua ragion d’essere, la sua etica, la sua strategia e la sua governance. Si differenzia da altri modelli organizzativi perché in questa realtà economica più aperta, le parti interessate sono direttamente consultate su questioni incentrate sui seguenti 5 punti:
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La ragion d’essere
La ragion d’essere, economica e sociale, è il vero fondamento dell’impresa progressista. Deve spiegare “perché” l’impresa esiste e definire il senso che essa e i suoi stakeholder vogliono dare alle sue attività. La ragion d’essere deve guidare le scelte strategiche dell’impresa con un duplice scopo: essere di utilità specifica per la Società al servizio di un mondo migliore, e dare un contributo, unico se possibile, ai suoi clienti e a tutti i suoi stakeholder.
Per essere credibile, ispiratrice e legittima, la ragion d’essere dell’impresa progressista deve essere il risultato di un dialogo costruttivo con tutti i suoi stakeholder. La consultazione degli stakeholder è essenziale per raccogliere le loro aspettative riguardo al posizionamento a lungo termine dell’impresa e alle azioni da intraprendere.
I dirigenti dell’impresa progressista possono così approfittare del loro feedback per rivedere alcuni aspetti della loro politica, chiarire i loro obiettivi strategici e assumere una serie di responsabilità che vanno ben oltre la logica puramente economica.
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I valori
I valori devono ispirare l’impresa nella sua attività, aiutarla a prendere le giuste decisioni e ad attuare la sua strategia. L’impresa progressista può essere fedele alla sua ragion d’essere solo se la sua cultura si ispira ai valori dell’umanesimo: rispetto, integrità, equità e apertura agli altri.
Considerando le persone nella loro globalità e diversità, quest’ultimo valore conduce spesso alla tolleranza, alla generosità e alla solidarietà.
I valori dell’umanesimo sono quindi il fondamento a partire dai quali i valori dell’impegno avranno un senso e le azioni intraprese o le dichiarazioni rese saranno credibili. Il consiglio di amministrazione ha un ruolo fondamentale nel plasmare la cultura di impresa. L’adozione di valori progressisti porta a una gestione partecipativa, e a dei modi di organizzazione più orizzontali e più favorevoli alla mobilitazione degli attori dell’impresa e dei suoi stakeholder.
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La strategia
La strategia dell’impresa progressista è al servizio della performance globale, economica e sociale. Tuttavia, definire una ragion d’essere ben collegata alla strategia d’impresa, scegliere un modello di business e formulare i valori che devono ispirare la sua attività, sono esercizi impegnativi.
Il consiglio di amministrazione (CdA) di un’impresa progressista non si limita solo ad approvare, più o meno rapidamente, il piano strategico preparato dall’equipe di direzione ed a controllarne l’attuazione. Giacché, questo organo gioca un ruolo chiave in tutto il processo di riflessione strategica, di scelta della strategia, e di attuazione e di monitoraggio della stessa.
Così facendo, il consiglio di amministrazione è inteso come un organo proattivo (prima), partecipativo (durante) indipendente e supervisore (dopo). Nell’impresa progressiva, a differenza dell’impresa tradizionale, il consiglio di amministrazione e l’equipe di direzione non sono organi isolati, ma entrambi cooperano e lavorano insieme per sviluppare la strategia dell’impresa.
Nell’impresa progressista, il processo di riflessione della strategia è aperto alle parti interessate nella sua progettazione, implementazione e nella condivisione del valore e dei risultati. La cooperazione con le parti interessate deve essere piena. Queste devono essere consultate per definire non una ma cinque proposte di valore, una per ogni stakeholder principale. Inoltre, ogni proposizione deve essere arricchita con caratteristiche relative alla ragion d’essere.
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La governance d’impresa
L’impresa progressista è quella che si dota di un sistema di governance in cui i principali stakeholder sono coinvolti nel governo.
Il modello di governance anglo-americano non è molto aperto a questa idea, ma in Europa, la Germania e altri paesi europei hanno già adottato una legislazione che offre ai rappresentanti dei lavoratori la possibilità di sedere nel consiglio di amministrazione (o nel consiglio di sorveglianza, secondo i casi).
L’impresa progressista va oltre e propone un approccio più aperto che non si limita alla dialettica capitale-lavoro. Le imprese oggi devono affrontare nuove sfide poste dalla tecnologia digitale, dalla transizione ecologica, dall’intelligenza artificiale, dalla trasformazione del business, dall’innovazione tecnologica, dai rischi geopolitici e dalla realtà virtuale che stanno causando cambiamenti nelle organizzazioni.
Di conseguenza, hanno bisogno di amministratori capaci di apportare la loro esperienza e competenza, di anticipare i rischi e consapevoli delle interconnessioni attuali e delle influenze che trascendono le frontiere nazionali, internazionali e industriali.
Ampliando il consiglio di amministrazione per includere i rappresentanti dei principali stakeholder – come gli azionisti, i lavoratori e gli amministratori indipendenti – l’impresa progressista riconosce al consiglio un ruolo che va ben oltre la supervisione dell’equipe di direzione e del monitoraggio delle informazioni.
Un consiglio aperto e proattivo favorisce uno scambio di opinioni ed esperienze tra i membri del consiglio e i rappresentanti degli stakeholder. Gli stakeholder possono contribuire con elementi importanti al dibattito strategico attraverso le loro competenze, ma anche attraverso le loro reti all’interno e all’esterno dell’impresa.
Solo attraverso la discussione aperta e la fiducia reciproca, i punti di vista delle parti interessate possono essere integrati e presi in considerazione nel processo decisionale.
Come si vede, questo nuovo approccio di governance basato sulla tri-determinazione riconosce una maggiore responsabilità agli attori economici e politici. I modi di governance tradizionali verticali sono sostituiti da una governance orizzontale che valorizza l’effettiva partecipazione dei rappresentanti degli stakeholder durante i lavori del consiglio di amministrazione.
Inoltre, ciò rende inutile la creazione di un comitato ad hoc per gli stakeholder che, essendo privo di qualsiasi potere e strettamente consultivo, non permette a questi ultimi di influenzare l’orientamento strategico dell’impresa.
Per avanzare verso un consiglio di amministrazione più forte ed efficiente, l’impresa progressista deve implementare delle regole che possano limitare i problemi legati alla governance d’impresa:
- Limitare il numero di mandati: è auspicabile che l’amministratore non detenga più di 3 mandati contemporaneamente, 4 al massimo. Sarebbe anche consigliabile limitare la durata dei mandati per evitare l’effetto di stanchezza, compiacenza o addirittura clientelismo: due mandati successivi di 6 anni o 3 di 4 anni.
- Chiarire la condivisione delle responsabilità: le responsabilità dell’equipe di direzione e del consiglio di amministrazione devono essere chiaramente definite per evitare qualsiasi tipo di ambiguità e di conflitto.
- Optare per la separazione delle funzioni: l’impresa progressista deve optare per la separazione delle funzioni tra l’amministratore delegato e il presidente del consiglio di amministrazione, che assicura un migliore funzionamento del consiglio.
- Alleggerimento dell’agenda del consiglio e sinergia con l’esecutivo: l’impresa progressista dovrebbe organizzare incontri formali tra i membri del consiglio e i membri dell’esecutivo (non solo con il CEO) almeno 5 volte all’anno. Dovrebbe anche organizzare un seminario tra il consiglio e l’esecutivo sulla riflessione strategica almeno una volta all’anno (più di una volta se la strategia è in scadenza).
- Definire la dimensione ideale del consiglio di amministrazione: consigli di 10-15 persone sono molto grandi per essere efficaci. Una dimensione di 7-9 persone permette una buona dinamica e la partecipazione effettiva dei rappresentanti delle parti interessate.
- Valutare il consiglio e gli amministratori: gli amministratori e il consiglio di amministrazione dovrebbero essere valutati regolarmente e approfonditamente per migliorare le loro performance.
- Remunerare equamente gli amministratori: gli amministratori dovrebbero essere ben remunerati tenendo conto delle responsabilità derivanti dall’esercizio delle loro funzioni.
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La performance globale
La performance economica e finanziaria è essenziale per la perennità dell’impresa, mentre la performance sociale è essenziale per la sua ragion d’essere. Nell’impresa progressista, tale distinzione non esiste più: non ci sono indicatori economici da una parte e indicatori sociali dall’altra.
L’impresa progressista stabilisce un unico rapporto integrato, che testimonia la sua performance globale, costruito secondo l’approccio degli stakeholder. Questo rapporto deve prendere in considerazione sia gli elementi finanziari che extra-finanziari, perché i due indicatori formano una causa comune e possono riguardare uno solo e stesso obiettivo.
Vale a dire, l’obiettivo che le istanze di governance insieme e con gli stakeholder hanno fissato nella ragion d’essere : mettere l’impresa al servizio dell’uomo per contribuire al suo progresso.
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