L’idea di una economia positiva tende ad imporsi come una soluzione da privilegiare per riorientare il capitalismo in modo da tener conto della strategia di lungo termine. In Francia, questa idea è stata promossa dal rapporto “ Pour une économie positive” redatto dal Gruppo di riflessione presieduto da Jacques Attali e resa popolare dalla Fondazione Positive Planet presieduta sempre da Attali[1].
Nel corso degli ultimi decenni, l’umanità ha conosciuto dei progressi tecnologici e un potenziale di crescita e di innovazione enorme. Il livello di aspettativa di vita è migliorato su scala mondiale, sottraendo all’estrema povertà miliardi di persone.
Sono sempre più numerose le donne che occupano posti di potere e di decisione. L’accesso all’educazione progredisce ovunque nel mondo, accrescendo il livello di qualificazione dei lavoratori. Eppure malgrado ciò, tutti gli indizi sembrano indicare che il capitalismo orientato verso la finanza e la strategia di corto termine ha raggiunto il limite e, di fatto, ha perso ogni credibilità.
Abbiamo difronte molte sfide ed è giunto il momento di affrontarle seriamente. Il problema della preservazione dell’ambiente è urgente: dobbiamo salvare il mare e ridurre l’emissione di gas ad effetto serra. La ripartizione ineguale delle ricchezze e il problema del lavoro per i più giovani creano delle situazioni di precarietà e suscitano un sentimento di ingiustizia. I mercati finanziari e le multinazionali sono più potenti degli Stati, Le relazioni tra gli USA et la Cina sono tese, e l’Europa è più vulnerabile che mai.
Tuttavia, invece di affrontare questi problemi e di tentare di risolverli, la politica, i governi, le istituzioni, le imprese, i consumatori e i cittadini continuano ad applicare la logica della procrastinazione (durante la COP25 di Madrid, per esempio, la comunità internazionale non è riuscita a trovare un accordo finale sul clima).
Si cerca con tutti i mezzi di ritardare la presa di decisioni impopolari nella speranza che il progresso tecnologico, la crescita o la Provvidenza risolvano tutto. La mancanza di coraggio e di azione espongono inesorabilmente l’intera umanità a un rischio di crisi: ideologica, economica, politica, finanziaria, geopolitica, energetica, ecologica, tecnologica potenzialmente pericoloso.
La fragilità della democrazia è connessa all’egemonia della finanza, e al fatto che quest’ultima non è stata mai contestata né rimessa in questione. Un riorientamento del capitalismo è imperativo. Il nuovo modello economico non deve più basarsi sul solo profitto, ma deve essere un sistema economico, politico e sociale più giusto, orientato verso una migliore considerazione delle generazioni future, e che profitta a tutti. Per raggiungere questo obiettivo occorre conciliare democrazia, mercato e strategia di lungo termine. Questa è la missione de l’economia positiva.
Ma cos’è l’economia positiva?
L’economia positiva non è una ideologia, ma è un movimento fondato sulla duplice necessità di: ripristinare la strategia di lungo termine orientando le decisioni e le azioni degli attori economici verso la promozione dell’interesse delle generazioni future e di creare una rete internazionale di soggetti coinvolti nel raggiungimento di questo obiettivo.
La nozione di economia positiva – come ha detto Jacques Attali – può riassumersi in una frase:
«un’economia che riunisce tutte le entità che producono beni o servizi, commerciali o non commerciali, in modo economicamente sostenibile e allo stesso tempo utile per i lavoratori, per i clienti, per le loro comunità e per le generazioni di domani».
Jacques Attali, « Manifeste pour l’économie positive », Le Monde 11 febbraio 2013
L’economia positiva è già in movimento. Esiste in numerose entità, amministrazioni, istituzioni, imprese, cooperative e associazioni, Ma anche in alcune attività, come per esempio, la micro-finanza, il commercio equo solidale, l’imprenditoria sociale etc…
In controtendenza con la logica dominante del capitalismo finanziario, queste realtà economiche hanno deciso di impegnarsi, di passare direttamente all’azione e di rimettere l’uomo al centro delle loro preoccupazioni.
Misurare l’economia positiva
La costruzione di una economia positiva è un progetto collettivo che implica l’impegno di tutti gli attori economici e la definizione di indicatori di positività per misurare la loro ricchezza e valutare la loro performance.
La Fondazione Positive Planet ha messo a punto degli indicatori di positività specifici che si articolano attorno a tre campi di applicazione:
- L’indice di positività delle nazioni
- L’indice de positività dei territori
- L’indice de positività delle imprese.
Lo scopo è di creare un linguaggio e un campo d’azione comune in modo da aiutare i Paesi, i territori e le imprese a dialogare tra loro e a comunicare, in maniera più coerente ed efficace, con le parti interessate (shareholders).
Indice de positività dei Paesi dell’OCSE
La Fondazione Positive Planet pubblica ogni anno, dal 2013, l’indice de positività dei 34 paesi membri dell’OCSE. Tale classificazione fornisce degli elementi di comparazione importanti per analizzare il comportamento globale di questi paesi e misurare come quest’ultimi lavorano nell’interesse delle generazioni future.
Sono così analizzate, in modo esigente, tutte le dimensioni che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini come per esempio: il debito, l’educazione, il ruolo delle donne, il riciclaggio, la corruzione, le infrastrutture, l’impatto ambientale del carbone, le pensioni etc.
Questo lavoro di comparazione è indispensabile per rafforzare il sistema democratico, per comprendere il percorso realizzato, per migliorare la diffusione di buone pratiche e per accelerare la transizione positiva di questi paesi.
L’indice di positività si focalizza dunque su un obiettivo unico: mettere l’interesse delle generazioni future al centro dell’azione pubblica. Questo indice non si basa su indicatori classici come il PIL, ma propone un approccio più ampio articolato su tre dimensioni:
- Educare e finanziare le generazioni future
- Preparare le infrastrutture per le generazioni future
- Creare un consenso per le generazioni future.
Nel 2019, la classifica della Fondazione Positive Planet è, ancora una volta, dominata dai paesi del Nord: Islanda, Norvegia, e Svezia. Questi restano i campioni dell’impegno in favore delle generazioni future avendo ottenuto rispettivamente un indice di positività del 74%, 72% e 71%.
Con un indice di positività del 50%, la Francia perde una posizione e si piazza al 18ème posto della classifica. Questo risultato indica che la Francia deve reagire rapidamente per rinnovare il suo impegno verso le generazioni future. Ciò significa che deve adottare delle misure concrete per :
- Rafforzare l’accompagnamento dei giovani durante il ciclo primario e secondario
- Aumentare la parte del PIB destinata all’Aiuto Internazionale Pubblico
- Ridurre la concentrazione urbana attraverso una politica di sviluppo territoriale
- Rafforzare la politica di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (GES) in coerenza con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (COP21).
L’Italia, invece, dopo essere indietreggiata di due posti nell’edizione precedente del 2018, rimonta la classifica e si piazza nella stessa posizione del 2017. Con un indice di positività del 40%, l’Italia si situa al 27ème posto della classifica in una zona critica, in compagnia di Grecia, Turchia e Giappone.
La crescita economica reale dell’Italia resta ancora molto debole e la positività è solo una chimera.
Barometro di positività delle imprese del CAC40
Dal 2017, la Fondazione Positive Planet misura anche la positività delle imprese del CAC40. La ragione di questa scelta è semplice. Beneficiando di una grande visibilità, queste imprese possono giocare un ruolo d’avanguardia e contribuire ad accelerare il processo di transazione verso una economia positiva.
L’indice de positività corrisponde ad una nota annuale compresa tra 0 e 100, che è calcolata sulla base di una griglia costituita da 35 parametri, riparti in 5 dimensioni: condizioni di lavoro, condivisione positiva del valore, interesse ambientale, formazione e ricerca, e definizione di una strategia di lungo termine.
Questo indice non ha vocazione a sostituirsi ad altri parametri utilizzati per valutare le performances extra-finanziarie dell’impresa (come, per esempio, gli obiettivi SDG – Sustainable Development Goals e i criteri ESG – Environnementaux, Sociaux et de Gouvernance). Ma il suo scopo è di illustrare, in modo diverso, all’investitore le azioni, l’impegno e il contributo dato da ciascuna impresa per integrare l’interesse delle generazioni future nella strategia di lungo termine.
Tra le novità principali di questa terza edizione del Barometro di positività del CAC 40, si nota una netta evoluzione delle buone pratiche in materia di positività. L’indice medio di positività si attesta a 51% (+ 5,7 punti rispetto al rapporto del 2017 e + 9,6 punti rispetto al rapporto del 2018), segno che le imprese del CAC 40 riconoscono l’importanza e la necessità di integrare l’interesse delle generazioni future nella loro strategia.
Risultati positivi accompagnati da prudenza
I risultati registrati dalla Fondazione Positive Planet sono globalmente molto positivi e incoraggianti. Mostrano chiaramente che i paesi membri dell’OCSE e le imprese del CAC40 prendono sempre più coscienza dell’importanza e dell’urgenza di piazzare le sfide sociali, ambientali e di lungo termine al centro della loro strategia di governance.
Tuttavia, non bisogna essere troppo ingenui e pensare che tutto va meglio. Il cammino da percorrere per passare dalle parole agli atti è ancora lungo anche per i Paesi membri dell’OCSE e le società del CAC 40 che, oggi, appaiono come dei campioni di positività…
gp@giovannellapolidoro.com
[1] Il rapporto «Pour une économie positive» è stato affidato a Jacques Attali dal Presidente della Repubblica, Francois Hollande, in occasione della prima edizione del LH Forum lanciato all’iniziativa del Gruppo Planet Finance, nel settembre 2012, a Le Havre. Questo rapporto è stato consegnato al Presidente della Repubblica il 23 settembre 2013.
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